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Ecco il Luna Park per i diversamente abili. L’inclusività diventa... esclusiva a Vibo

Polemiche sull’iniziativa promossa dall’Amministrazione comunale

Hanno sempre un lieto fine le favole. Perché le favole sono per i più piccoli, per i grandi che sanno ancora sognare. E chi si nutre di sogni sa sorridere alla vita. Sa cogliere la morale che si nasconde dietro ogni favola. Ma se “c’era una volta” la favola da vivere sulle ali della fantasia, a Vibo è tutto una ruota che gira. C’era ieri, e c’è oggi. Ed è una storia per piccini e meno piccini quella che dal capoluogo è stata scritta a più mani. Perché fare un giro sulle giostre può essere un’occasione. Un’occasione da offrire per alcuni, un’occasione che era meglio lasciarsi sfuggire per altri. E il rischio è che da quella ruota si cada, senza neanche essere giunti al termine della storia.
Se tante iniziative, infatti, basta annunciarle, per i sorrisi e l’inclusione beh, i megafoni non bastano. Perché se la comunicazione del Comune era rivolta a tutte le scuole primarie e secondarie di I e II grado, la mattinata di oggi (rinviata per il maltempo) – dalle 10 alle 12,30 – di “sorrisi per tutti” al Luna park era dedicata «interamente ed esclusivamente ai disabili e ai loro accompagnatori» che potevano «usufruire gratuitamente delle attrazioni presenti». Un’iniziativa comunicata lo scorso 31 ottobre dall’assessore Antonello Fuscà. Ergo, inclusivi nell’esclusività... Così esclusivi che su quella ruota dei sorrisi sono stati diversi a decidere di non volerci salire. Nella consapevolezza che diversamente abile, fragile non sia altro. Non sia diverso, non necessiti di spazi “ghettizzanti”.
Insomma, una favola senza lieto fine. Una favola in cui le parole più che una morale sembra abbiano un senso... inverso. E a rimandare indietro l’invito dell’Amministrazione è stata l’associazione “Io autentico” che da anni si batte per i diritti dei pazienti con l’autismo. Hanno preso carta e penna e hanno scritto la loro favola. Quella reale, di chi vive la quotidianità dei sorrisi. Un giorno dopo l’altro, compiendo gesti quotidiani, salendo sulla ruota insieme agli altri. Ma ha chiarito subito il presidente regionale Francesca Iorfida, l’iniziativa «non rispecchia in alcun modo i principi fondanti di questa associazione, iscritta peraltro nel vostro registro comunale. Ne è, anzi, all’opposto».

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