Il Comune di Crotone per il 2024 non è in condizione di coprire i costi del servizio di raccolta dei rifiuti urbani alle cifre proposte dall'Akrea. È questa, in estrema sintesi, la valutazione fatta dagli uffici tecnici dell'ente in seguito alla relazione redatta da Alberto Padula, il presidente della società partecipata, che - nel fare il punto sullo stato economico-finanziaria dell'azienda pubblica su input del sindaco Vincenzo Voce - ha quantificato in 7.469.769 euro, più Iva (quindi, circa 8,3 milione di euro) il budget per consentire all'Akrea di continuare a svolgere le attività di igiene urbana anche il prossimo anno. Si tratta di una somma di molto superiore ai 6,7 milioni di euro che attualmente il Municipio versa alla partecipata, quindi fuori portata per pensare ad un rinnovo del contratto di servizio che scade il 31 dicembre.
Ecco perché, non è più da escludere lo "spettro" della dismissione dell’azienda in house per l'impossibilità del Comune di far fronte alle spese crescenti di cui necessita per funzionare, con conseguente ricerca sul mercato di una nuova impresa alla quale affidare le attività per gli anni a venire (aspettando il subentro dell’Arrical, l’Autorità della Regione, come gestore unico). Mentre per l'immediato futuro, l'amministrazione cittadina potrebbe decidere di prorogare il contratto all’Akrea per soli sei mesi ritoccando al rialzo il contratto di circa 500 mila euro che, in questo modo, passerebbe a 7,2 milioni di euro, in attesa dell’arrivo del privato assegnatario del servizio. Inoltre, Padula nel fare i conti della società in house ha calcolato i debiti in complessivi 2.118.636,01 euro, mentre le perdite si sono assestate a 523.586,84 euro. Numeri che hanno fatto dire al manager che l’Akrea versa in una condizione di crisi economico-finanziaria, salvo interventi della Giunta Voce per ripianare le finanze mirate ad evitare che pure il bilancio del 2023 si chiuda in forte perdita com'è accaduto lo scorso anno. Intanto, ieri mattina s'è tenuta un'assemblea sindacale dei lavoratori dell’azienda preoccupati per il loro futuro occupazionale che è diventato sempre più incerto. «Siamo di fronte ad un problema molto serio», hanno lamentato i dipendenti nel corso dell'incontro.
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