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Calabria, la Corte dei conti lancia l’allarme anche sulla spesa di Agenda Urbana

Se per la Metropolitana di superficie c’è il rischio che rimanga un’incompiuta, anche per il programma Agenda Urbana la Procura regionale della Corte dei conti lancia l’allarme per i ritardi nella spesa. «Molto critico, per non dire disastroso - si legge nella relazione del procuratore Romeo Ermenegildo Palma - è lo stato di avanzamento del Programma con riferimento alle Agende urbane regionali 2014/2020». A livello generale in Calabria lo stato di attuazione sarebbe, per usare le parole del procuratore Palma, «in gravissimo ritardo». Lo stesso magistrato sottolinea quanto sarebbe importante invece in un territorio come quello calabrese dare seguito a una programmazione che «individua i temi fondamentali di sviluppo nel quale vengono individuate le priorità a sostegno delle Città che riguardano in particolare la povertà, la segregazione spaziale e sociale, il cambiamento demografico e l'utilizzo delle energie rinnovabili».
L’analisi della Corte dei Conti individua diversi livelli di ritardo nei tre capoluoghi destinatari dei fondi di Agenda Urbana. A Cosenza-Rende è stato assegnato l’importo di 33.379.881,71 di euro ma le risorse utilizzate sono allo stato zero. Situazione simile a Reggio Calabria a cui è stato affidato un importo di 28.927.335,80 euro ma anche in questo caso per ora non è stato speso nulla. Va meglio a Catanzaro, l’importo assegnato al capoluogo è di 28.731.640,15 di euro e allo stato ne risultano utilizzati 3.017.418,50.
Eppure per la Corte dei conti la situazione resta «preoccupante».

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