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Crotone, affidamento della piscina olimpionica: il pm in Aula contesta nuove accuse

Spuntano nuove accuse nel processo sulla gestione della piscina olimpionica di Crotone. Adesso il pm, Alessandro Rho, contesta anche il reato di falso ideologico ai due ex dirigenti dell'ente, Giuseppe Germinara e Gianfranco De Martino, che devono già rispondere di abuso d'ufficio. Secondo gli inquirenti i due – sono le nuove contestazioni – avrebbero pagato le bollette di gas, elettricità e acqua dell'impianto natatorio dal 2013 al 2019 al posto del consorzio "Daippo", attingendo le somme da altre voci di bilancio come l'istruzione, i servizi cimiteriali e l'avvocatura. In pratica, con le determine dirigenziali di liquidazione delle fatture sarebbe stato falsamente attestato l'esistenza di un capitolo di spesa per saldare le utenze della struttura. Non solo. Perché il pubblico ministero ritiene Germinara responsabile pure di aver accertato falsamente «la regolarità e correttezza dell’attività amministrativa» della delibera con la quale, il 6 dicembre 2018, la Giunta dell'allora sindaco, Ugo Pugliese, affidò per sei mesi la gestione dell’immobile di via Giovanni Paolo II al raggruppamento societario. Mentre all'ex assessore allo Sport, Giuseppe Frisenda, nell'ambito dell'ipotesi di abuso d'ufficio, viene addebitato anche un un’ipotesi di conflitto interessi col gestore per non essersi astenuto dalla votazione quando l'amministrazione cittadina assegnò temporaneamente la conduzione della piscina al consorzio “Daippo”.
Le ulteriori contestazioni il pm le ha rese noto ieri davanti al Tribunale di Crotone presieduto da Elvezia Cordasco nel dibattimento a carico di sette imputati, accusati a vario titolo di abuso d’ufficio e turbativa d’asta speciale.

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