Questo sito contribuisce all’audience di Quotidiano Nazionale

Squillace, la fine dei coniugi Bruno decisa in un summit di ’ndrangheta

Il destino di morte al quale sono andati incontro Giuseppe Bruno e sua moglie Caterina Raimondi il 18 febbraio 2013, uccisi a colpi di kalashnikov davanti alla loro abitazione, era stato deciso qualche mese prima, nell’autunno del 2012. È il 22 ottobre 2012 quando si tiene un summit di ’ndrangheta nella tavernetta di Nicolino Grande Aracri, detto “Mano di gomma”, al quale partecipano oltre al potente boss di Cutro, anche Gennaro Mellea, alias Pierino, Salvatore Abbruzzo, Francesco Gualtieri e un altro uomo non meglio identificato.
Oggetto della conversazione è proprio la posizione di Giuseppe Bruno e la riluttanza dimostrata nel corso di un precedente incontro rispetto alle direttive impartite da Grande Aracri che lo aveva “invitato” a espandere la sua attività di estorsione anche nella zona di Soverato per rimpinguare le casse destinate al sostentamento dei detenuti e dei loro familiari. Fra i convenuti serpeggia anche il dubbio che lui trattenga per sé le somme di denaro destinate alla “bacinella” comune.
Parlando con Mellea e con gli esponenti della cosca di Roccelletta di Borgia Abbruzzo e Gualtieri, il boss di Cutro dice, riferendosi a Bruno: «Se vuoi stare al paese tuo, allora statti al paese tuo... fino a quando non ti chiarisci le idee, statti al paese tuo. Sennò così non andiamo bene».
Nel prosieguo del summit è Abbruzzo a prendere la parola e a chiedere a Grande Aracri di prendere una posizione rispetto all’atteggiamento di Bruno, insinuando che il suo modo di agire fosse discutibile, e paventando addirittura soluzioni estreme, come quella di sparargli per accomodare definitivamente la situazione.
«Lo fate cambiare – dice – gli dite questi fatti, vedete come va, se li porta veramente i soldi... sennò come fa? Solo lui ragiona e dice quali sono le cose giuste o sbagliate, che poi alla fine i discorsi non li porta male». Poi Grande Aracri incalza: «Ha una testa, ha una testa, l’ha per zucca».

Leggi l'articolo completo sull'edizione cartacea di Gazzetta del Sud - Catanzaro

Caricamento commenti

Commenta la notizia