«Il non avere il senso della vergogna, l’imbarazzo a tenere alta la testa davanti a noi familiari di Maria, vittima di una violenza ‘ndranghetista che l'ha uccisa e data in pasto ai maiali sottraendola ai suoi figli, ad una famiglia, ad una comunità. Parenti, amici e conoscenti di chi, secondo la Procura, sarebbe stato il mandante dell’omicidio di mia sorella. Tutti a mantenere quel far finta che non sia successo nulla, quel silenzio fallito e mafioso che si sarebbe voluto imporre a Maria. Tutto questo è inaccettabile». A manifestare rabbia e sdegno è Vincenzo Chindamo, fratello della donna scomparsa la mattina del 6 maggio 2016 dopo essere stata aggredita davanti al cancello della sua tenuta ubicata in località “Montalto”, periferia Sud di Limbadi.
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