L'operazione effettuata dall'allora procuratore capo di Catanzaro, Nicola Gratteri, (ora procuratore capo a Napoli), contro la Ndrangheta ha il duplice nome "Rinascita Scott" per due motivi. Primo, "Rinascita", perché l'inchiesta ha avuto origine e ha colpito in prima persona il potentissimo clan dei Mancuso di Limbadi nella provincia di Vibo, mettendo alle corde un sistema di potere senza pari nel mondo. "Rinascita" perché gli investigatori hanno auspicato che da ora in poi questa provincia della Calabria centrale possa finalmente liberarsi dal giogo subito in tutti questi anni e possa riprendere fiato e vita, rinascendo. Il secondo motivo è "Scott", dal nome di un grande amico e compagno di lavoro, un ufficiale americano che Gratteri ha conosciuto molti anni fa in America e che è stato uno dei consulenti più affidabili e competenti, un uomo che conosceva il mondo dei cartelli della droga come nessun altro al mondo.
L'idea di utilizzare il nome Scott è venuta dal Tenente Colonnello dei Carabinieri Massimiliano Dangeloantonio, uno dei migliori investigatori dei Ros e uomo di estrema fiducia di Gratteri. Durante una riunione di lavoro, è giunta la notizia dagli Stati Uniti che Sieben William Scott, il loro vecchio amico, era morto anni prima in un incidente stradale. Ricordare il suo nome e associarlo a questa operazione è sembrata la cosa più naturale e doverosa da fare. La cosa più gratificante per Gratteri oggi è il ringraziamento diretto che è arrivato dagli Stati Uniti d'America, dalla famiglia di Sieben William Scott e dai vertici della DEA americana. "Gli americani hanno un culto dei morti che forse noi non abbiamo, e hanno soprattutto il culto della riconoscenza per gli eroi nazionali. Per la DEA, Sieben William Scott è senza dubbio un grande servitore dello Stato americano. Ricordandolo e associando il suo nome a questa maxi-operazione, abbiamo reso omaggio a un grande investigatore e a un grande cittadino americano".
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