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Rinascita-Scott, le “soffiate” dietro il blitz anticipato

L’operazione scattò il 19 dicembre 2019 perché alcuni boss già conoscevano le intenzioni degli inquirenti

La maxiretata era prevista per il 20 dicembre 2019, ma alcuni boss lo sapevano. Così si decise di anticipare tutto di 24 ore. Impresa non facile visto che furono coinvolti migliaia di militari, mentre i milioni di fogli da notificare agli indagati, fatti stampare dalla Zecca di Stato, furono trasportati nottetempo con dei camion scortati. Ma ancora prima, la sera precedente al maxiblitz, la priorità era quella di far scattare le manette ai polsi di Luigi Mancuso: il «Supremo», «U’ Signurinu» o più semplicemente «lo Zio», ritenuto il «crimine» al vertice della ‘ndrangheta vibonese, era su un treno che da Milano lo portava a Rosarno, ma i carabinieri del Gruppo d’intervento speciale lo bloccarono tra i passeggeri, senza troppo clamore, all’altezza di Lamezia Terme.

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