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Catanzaro, il Psc “preliminare” sul tavolo della politica. Iemma: "Poniamo le basi per la città futura"

La vicesindaca indica la prospettiva scelta per il capoluogo tra poli urbani e unità. Opposizioni pronte a presentare osservazioni prima che il documento arrivi in Aula

Il passo successivo arriverà il prossimo 15 dicembre, con la presentazione del documento preliminare del Psc alla città e con il coinvolgimento degli Ordini professionali. Poi seguiranno le tappe più squisitamente politico-amministrative, previste dalla normativa. Nel frattempo la vicesindaca e assessora all’Urbanistica Giusy Iemma incassa con soddisfazione l’esito della due giorni che ha visto la presentazione del documento alle forze politiche da parte del progettista, l’architetto Sergio Dinale. Un cammino che l’amministrazione del sindaco Nicola Fiorita ha avviato dallo scorso anno ma che nel suo complesso arriva da lontano, essendo partito addirittura nel 2013, quando il Prg del 2002 era tutto sommato ancora “giovane”. Oggi gli scenari sono cambiati e non a caso Iemma conferma la volontà di tenere un passo deciso per arrivare alla conclusione dell’iter che dovrà consegnare alla città il Piano strutturale, per il quale, sottolinea, «occorre avere una visione futura della città, per far sì che il Psc non sia un documento asettico e sviluppato solo sulla teoria».
In una conversazione telefonica con la Gazzetta del Sud Iemma spiega che «abbiamo mantenuto quelle impostazioni che condividevamo della bozza iniziale – spiega – come il contenimento del consumo di suolo, le parti relative alla vocazione direzionale di Germaneto, il porto, il quartiere marinaro e la sua vocazione al turismo balneare e dell’accoglienza, ma abbiamo anche aggiunto con delibera di Giunta del luglio scorso il concetto delle polarità del capoluogo». Questo è uno degli elementi caratterizzanti del preliminare integrato: «Individua la specifica vocazione di ciascun nucleo urbano ma in un contesto funzionale complessivo». Tiene a specificare, infatti, che «noi siamo andati oltre alla zonizzazione del Prg, perché i nuclei sono inseriti nella visione unitaria di una città ammagliata nella quale ciascun nucleo abbia i servizi essenziali e poi possa sviluppare la propria vocazione, il proprio punto di forza». In una parola, aggiunge la vicesindaca, «mixité», ovvero l’interazione e integrazione tra le varie aree e non più la rigida zonizzazione.

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