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“Clan degli Zingari” di Catanzaro, «una cosca fondata sui matrimoni»

La Polizia ha eseguito stamani, con il coordinamento della Direzione distrettuale antimafia di Catanzaro, un'ordinanza cautelare emessa dal Gip nei confronti di 62 indagati. Le accuse contestate, a vario titolo, sono associazione a delinquere di stampo mafioso, associazione a delinquere finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti, estorsione, ricettazione, furto, porto e detenzione illegale di armi da fuoco, per la maggior parte sono aggravati dal metodo mafioso, ed altri gravi reati, avvenuti nel capoluogo di regione. Gli arresti sono stati eseguiti nella zona sud di Catanzaro a carico di esponenti della comunità rom. ANSA/US POLIZIA +++ NPK +++ NO SALES, EDITORIAL USE ONLY +++

«Il clan Bevilacqua – Passalacqua ha di fatto creato all'interno dei quartieri abitati dagli stessi una sorta di area franca anche con la costruzione di una “roccaforte”, nella quale i consociati possono impunemente commettere attività illecite, creando un impatto ambientale nelle aree di Germaneto, Pistoia, Aranceto, Stretto Antico e Catanzaro Lido». Così la Squadra Mobile di Catanzaro descrive la realtà della periferia sud del capoluogo nell'informativa che ha dato il via all'inchiesta sul cosiddetto “Clan degli Zingari”. L’operazione, coordinata dalla Dda, nell'aprile scorso aveva portato a 62 arresti. L'indagine ha documentato il temuto salto di qualità della criminalità rom. Da manovalanza nelle mani dei più importanti casati di ’ndrangheta, a gruppo criminale autonomo capace di trattare alla pari con i clan di Isola Capo Rizzuto e di imporre «la pressione tipica delle organizzazioni mafiose» su gran parte di Catanzaro, ottenendo così la gestione indipendente delle attività estorsive, oltre che delle attività di spaccio di sostanza stupefacente sul territorio di Catanzaro.

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