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Catanzaro, traffici sull’asse rom-Albania: indagini chiuse

Sono in totale 78 gli indagati nell’inchiesta coordinata dalla Dda del capoluogo

La Dda di Catanzaro ha chiuso le indagini sull'operazione che ha svelato la saldatura fra esponenti della criminalità albanese e della criminalità rom di Catanzaro, accusati di associazione finalizzata al traffico illecito di stupefacenti, estorsione e ricettazione. La droga, prevalentemente eroina, arrivava dalla Turchia e, passando per l’Albania, veniva importata in Italia attraverso il porto di Bari, per essere poi smistata nelle piazze di spaccio di Crotone, Catanzaro e provincia.
Secondo le risultanze investigative, a capo dell’organizzazione c’era Arkez Dibrani, detto zio, di stanza in Albania, da dove dirigeva i traffici di droga, assumendo le decisioni sul trasporto della sostanza stupefacente e mettendo a disposizione dell’attività illecita gli autisti e i mezzi di trasporto dell’azienda “Ke.gi. service”, a lui riconducibile, con sede a Durazzo. Dibrani era coadiuvato da Samuel Garuja, Isa Garuja e Samuel Muca. I tre si occupavano della rete di distribuzione della sostanza stupefacente a Catanzaro, stabilendo i contatti con gli acquirenti all’ingrosso di eroina.

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