Nulla di fatto. Restano confermati i 30 anni di carcere per Pasquale Manfreda, 57 anni di Mesoraca, mandante dell'assassinio di Valentino Vona, il 25enne freddato il 21 aprile 2012 a Petilia Policastro, e del tentato omicidio di Giuseppe Vona, il fratello della vittima e vero obiettivo dei sicari. La Cassazione ha infatti dichiarato inammissibile il ricorso presentato dalla difesa dell'imputato contro l'ordinanza della Corte d'appello di Salerno che, il 19 ottobre 2022, bocciò la richiesta di revisione della sentenza di condanna diventata definitiva il 4 dicembre 2017 (con altre otto pene comminate in secondo grado il 26 novembre 2015). L’uccisione di Valentino Vona seguì di quattro settimane l'eliminazione del presunto boss Vincenzo Manfreda messa a segno da ignoti killer il 24 marzo 2012.
L'omicidio di Manfreda, come ricostruito dalla Dda di Catanzaro, venne deciso all'interno della stessa ’ndrina per far ricadere la colpa sulla famiglia Vona al fine di "fare fuori" Giuseppe Vona in una finta vendetta trasversale. Da qui l’imboscata del 21 aprile 2012 alla “Marrata” di Petilia Policastro nella quale Valentino Vona fu trucidato. L'istanza di revisione del processo si fondava su una nuova consulenza fonica effettuata con tecniche più avanzate che avrebbe dato un significato differente alla conversazione, di portata investigativa, captata in auto il 20 aprile 2012 tra Luigi Lechiara (per lui 20 anni di reclusione) e Giovanni Castagnino (30 anni).
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