È stato ospite dell'associazione "Le Città Visibili" Guido Taroni, giovane talentuoso fotografo di fama internazionale, che si è raccontato senza filtri, in tutta la sua spontaneità. L'incontro si apre con immagine di una foto di famiglia a lui particolarmente cara che, confida, segna il giorno in cui, assistendo al lavoro dell’amatissimo zio, Giovanni Gastel, rimane folgorato dal mondo della fotografia e della moda. Qualche anno dopo, quasi per caso, crea quella che diventerà la mostra che lo lancia nel mondo degli scatti d’autore e che riecheggerà sempre nella sua arte: svuota dei bauli con i vestiti della bisnonna Carla Erba Visconti di Modrone, vuole immortalarli e li ferma sul muro con una gruccia appesa a un chiodo una folata di vento e il vestito prende vita, ondeggia, si avviluppa, si distende. Nasce la mostra “Sogni sospesi 14 vestiti per 14 pareti”, che caricherà muri e vestiti di intense suggestioni, catturando gli sguardi dei visitatori e trascinandoli in un tempo sospeso, come in un incantesimo. Sin da bambino, vissuto e formatosi tra arte e bellezza e cultura, assorbe la raffinatezza e l’eleganza del mondo che lo circonda; in quelle sale, dove è passata la storia con Verdi, Boito, D’Annunzio, Callas e naturalmente, con lo zio Luchino Visconti che ci viveva, Guido giocava.
Ammette di non aver mai amato la scuola, in cui trascorreva ore noiose se non fosse stato per i compagni di classe, e si è trovato, concluso il ciclo delle superiori, a chiedersi cosa farne del suo futuro lavorativo. Frequenta lo studio dello zio, dove impara moltissimo, ma il suo timore è rischiare di restare invischiato nell’inconfondibile stile del grande Giovanni. Inizia a scattare foto per eventi, matrimoni, battesimi e il suo nome comincia via via a circolare e affermarsi, con le sue caratteristiche, la sua personalità, versatile e curiosa. Guido racconta aneddoti, commenta, mostra fotografie e rompe gli schemi della perfezione: anche una foto sovraesposta, sfocata o apparentemente anonima può contenere dettagli inattesi di bellezza. Un ciuffo d’erba in primo piano, come grandi ciglia, dà profondità ad un’inquadratura; l’ombra di un ramo sembra indicare una figura presente nello scatto…una sorta di magia, qua e là, con dettagli di suggestiva imperfezione. Poi racconta dei viaggi in terre lontane, per cercare i set adatti alle meravigliose fotografie che confluiscono nei suoi libri: la natura incontaminata occhieggia da vetrate di case da sogno, scimmie mattacchione saltellano sui rami inquadrati da una portafinestra, e poi angoli intimi, su cui meravigliosi drappi creano tocchi esotici e colorano un austero antico boudoir, foto di famiglia che immortalano affetti e arredano spiando da pareti e scrivanie, corridoi che intersecano stanze luminose e accoglienti. Rapisce il pubblico con il suo eloquio raffinato, avvolti nell’incantesimo dei suoi scatti che sono quadri di rara suggestione, un turbinio di sfumature colorate, momenti di grande intensità.
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