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La tragedia di Cutro, la testimonianza che inchioda lo scafista: "Ha accelerato e fatto schiantare la barca"

Il siriano era quello che dava ordini anche agli altri capitani ed era quello che seguiva la rotta sul tablet.

Steccato di Cutro, la spiaggia della tragedia

Si chiama Mohamed Abdessalem, siriano di 26 anni, e su di lui grava la responsabilità maggiore del naufragio di migranti avvenuto a Cutro all’alba del 26 febbraio scorso che ha provocato la morte di 94 persone. E’ quanto hanno ricostruito gli investigatori della squadra Mobile e i militari della sezione navale della Guardia di finanza di Crotone che questa mattina hanno notificato al siriano un’ordinanza di custodia cautelare in carcere nella casa circondariale di Lecce dov'era già detenuto per altra causa.

Ad inchiodarlo è soprattutto la testimonianza di un superstite del naufragio, Firas Algazi, 40enne, siriano come lui, che agli investigatori ha dichiarato: «la colpa di tutto è stata la sua, perchè era lui che era al timone della barca ed ha accelerato con la barca che poi si è schiantata. Quando la barca stava affondando lui è scappato insieme agli altri due turchi. Il siriano era quello che dava ordini anche agli altri capitani ed era quello che seguiva la rotta sul tablet. Aggiungo che organizza i viaggi con suo padre perchè quando la prima barca si è rotta ha chiamato suo padre per farsi mandare un’altra barca. So che il padre si trova a Izmir perchè, quando la prima barca si è rotta, io ho ascoltato la telefonata ed il padre di Mohamed gli ha detto che gli avrebbe mandato qualcuno ad aggiustare la barca oppure un’altra barca. Non so dirvi il nome del padre perchè al telefono lo chiamava semplicemente papà».

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