La “strada che non c’è” torna a far parlare di sé, sempre per merito dell’omonimo Comitato di cittadini sorto spontaneamente molti anni fa proprio all’insegna di questo slogan particolarmente riuscito e allo scopo di cancellare, prima o poi, quella negazione che ancora persiste al suo interno e che impedisce una mobilità meno disagevole per chi ha deciso di restare nelle aree interne della Calabria centrale, ancora discretamente popolate e certamente ricche di potenzialità in parte inespresse.
Ripercorrere la storia di questa strada fantasma, ufficialmente denominata del “Medio Savuto”, non è per nulla agevole e richiederebbe come minimo un libro, ma a grandi linee si può ricordare che la sua idea nasce addirittura negli anni ‘80 e che poi, a varie riprese, sono stati avviati e puntualmente interrotti i lavori che al momento ci hanno consegnato un solo breve tratto percorribile: poco più di tre chilometri tra Soveria Mannelli e Decollatura. Nel suo disegno originario, la “strada che non c’è” doveva invece accorciare notevolmente le distanze tra questo territorio e i due più vicini capoluoghi: Cosenza e Catanzaro.
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