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Catanzaro, inchiesta "Basso profilo": «Talarico fece accordi ma senza i clan»

Depositate le motivazioni della sentenza della Corte d’Appello sull’inchiesta che coinvolse l’ex assessore regionale

Francesco Talarico

«Nè Antonio Gallo, né Natale Errigo, né Antonino Pirrello avevano per Franco Talarico una fama criminale riconosciuta, collegata alla loro appartenenza a clan mafiosi; non risulta poi che nell'accordo si prevedesse esplicitamente il ricorso ad affiliati ad associazioni di tipo mafioso per la raccolta dei consensi». È questo uno dei passaggi centrali che i giudici della Corte d'Appello di Catanzaro dedicano all'ex assessore regionale al Bilancio Franco Talarico coinvolto nell'operazione della Dda di Catanzaro denominata Basso Profilo. In primo grado, celebrato con rito abbreviato, Talarico (difeso dall’avvocato Francesco Gambardella), accusato di voto di scambio politico mafioso alle elezioni politiche del 2018, quando era stato candidato nel collegio uninominale di Reggio Calabria, era stato condannato a cinque anni di reclusione, pena ora ridotta a un anno e 4 mesi e sospesa. La Procura aveva impugnato la sentenza di primo grado chiedendo un aumento della pena a sei anni e otto mesi di reclusione. Ma il collegio della Corte d’Appello di Catanzaro ha riqualificato il reato da scambio politico mafioso in corruzione elettorale semplice. Talarico è stato quindi condannato a un anno e 4 mesi, ridotta anche la condanna ad Antonino Pirrello (4 anni in primo grado), titolare di un’impresa di pulizie, a cui è stata inflitta una pena di un anno. Per i giudici non possono riconoscersi circostanze attenuanti generiche in favore degli imputati «considerando il grave svilimento della funzione politica e il mercimonio del consenso elettorale».

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