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Catanzaro, corruzione in reparto: un’assoluzione in abbreviato

Cadono le accuse per il rappresentante di una società di forniture sanitarie Nicola Petrelli

Il Tribunale di Catanzaro

Il gup del Tribunale di Catanzaro Gabriella Pede, al termine del processo con rito abbreviato, ha assolto Nicola Petrelli. Per il giudice «il fatto non sussiste» in ordine al reato di corruzione che l'Ufficio di Procura gli aveva contestato in concorso con Fulvio Zullo direttore all’epoca dei fatti dell'unità operativa di Ginecologia e Ostetricia Universitaria per l'Azienda ospedaliera Pugliese Ciaccio di Catanzaro. La Procura, che aveva già dichiarato estinto per intervenuta prescrizione il contestato reato di truffa aggravata, ha invocato per Petrelli l'assoluzione perché il fatto non sussiste, escludendo in tutti i suoi elementi il reato di corruzione. Nicola Petrelli, dipendente della Johson&Johnson S.p.A., è stato difeso dagli avvocati Vincenzo Ioppoli e Maurizio Bova.
Petrelli e Zullo sono stati coinvolti in un’inchiesta della Procura di Catanzaro assieme al titolare di una ditta di apparecchiature sanitarie Francesco Chianello, al rappresentante di una azienda di forniture sanitarie Roberto Stella, al commercialista Paolo Bertoldi, alla dottoressa Regina Elena Piazza, all’albergatore Elvezio Mancuso e all’imprenditore Fabio Caldarelli. Nella precedente udienza il gup ha dichiarato la propria incompetenza territoriale che era stata sollevata dal collegio difensivo composto dagli avvocati Amedeo Bianco, Maurizio Bova, Brunella Candreva, Massimo Zicarelli, Andrea Pitari, Raffele De Simone e Vincenzo Maiello. Gli atti, tranne che proprio per Petrelli, sono stati quindi trasmessi a Napoli dove la Procura dovrà riaprire il fascicolo per poi notificare, se lo dovesse ritenere, un nuovo avviso di conclusione delle indagini. Al centro del castello accusatorio ipotizzato dai pm di Catanzaro vi sarebbero i presunti rapporti corruttivi tra il medico Zullo e alcune ditte che forniscono all’ospedale apparecchiature e prodotti sanitari. In pratica, stando alla ricostruzione della Procura, l’allora primario avrebbe fatto acquistare dall’azienda ospedaliera prodotti di queste società che poi avrebbero versato diverse migliaia di euro nelle casse di una società riconducibile allo stesso professionista. Nei capi di imputazione la pm Reale sostiene che Zullo avrebbe compiuto atti contrari ai doveri d’ufficio assicurando ai rappresentanti delle ditte «le forniture di apparecchiature e strumentario chirurgico al reparto che dirigeva in cambio di denaro riferibile a sponsorizzazioni rivolte alla Blu net srl, società riconducibile a Zullo, quale “segreteria organizzativa” della Scuola di endoscopia ginecologica di cui il medesimo Zullo è risultato direttore scientifico fino al 2016». Secondo gli inquirenti l’allora primario attraverso note e relazioni avrebbe indotto l’azienda ospedaliera ad acquistare proprio quei materiali. La Procura aveva contestato anche le ipotesi di truffa, ma questi reati sono ormai estinti per intervenuta prescrizione. Ora come detto gli atti sono in mano ai pm napoletani che valuteranno eventuali profili illeciti, mentre per Petrelli il procedimento si è già chiuso con la completa assoluzione.

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