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Appalti ferroviari e ’ndrine di Isola Capo Rizzuto, coinvolti 9 società e 18 manager

Spunta un terzo procedimento dall’inchiesta della Dda di Milano sulle ingerenze nei lavori degli Aloisio-Giardino

Spunta un terzo procedimento dall'inchiesta "Doppio binario" coordinata dalla Direzione distrettuale antimafia di Milano sulle presunte ingerenze della cosca Arena-Nicoscia-Capicchiano di Isola Capo Rizzuto negli interventi d'ammodernamento della rete ferroviaria italiana.
Sotto accusa sono finite le 9 imprese affidatarie dei lavori di manutenzione ed i rispettivi 18 amministratori ai quali vengono contestati illeciti fiscali e tributari. Su tutti, l'emissione di fatture false – tra il 2015 e il 2022 - per oltre 10 milioni di euro al fine di evadere le imposte Iva ed Ires. Nei loro confronti la pubblico ministero, Bruna Albertini, ha avanzato al gup del Tribunale di Milano la richiesta di rinvio a giudizio. Il nuovo troncone processuale andrà ad unificarsi all'iter già in corso davanti alla giudice per le udienze preliminari meneghina, Daniela Cardamone, che vede imputate 40 persone. Invece, lo scorso 16 febbraio s'è concluso con 14 condanne il procedimento che s’è svolto col rito abbreviato.
È stato chiesto il giudizio per le società: "Armafer", "Gcf Generali costruzioni ferroviarie", "Gefer", "Salcef", "Euro ferroviaria", "Francesco Ventura costruzioni ferroviarie", "Fersalento", "Cenedese" e "Globalfer". E per gli amministratori delle imprese: Alessandro Rossi, Edoardo Rossi, Andrea Cenedese, Luigi Cenedese, Rosario Morelli, Oscar Esposito, Salvatore Esposito, Tiziano Tolli, Simone Camponeschi, Enrico Peola, Giuseppe Nicolini, Francesco Aloisio, Vittorio De Rosa, Maria Antonietta Ventura, Pietro Ventura, Marcella Ventura, Alessandra Ventura e Marcello De Pascalis.

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