Da un lato c’è l’illecito «rinnovo tacito» della convenzione che nel 2013 portò il Comune di Crotone a riaffidare al consorzio “Daippo” la gestione della piscina olimpionica senza la stipula di un’altra intesa. Dall’altro l’ente che ha pagato indebitamente le bollette di elettricità, acqua e gas dell'impianto natatorio dal 2013 al 2018 al posto del privato. Ecco spiegato perché la Corte dei conti regionale ha condannato per danno erariale il 71enne ex dirigente del Municipio, Gianfranco De Martino, e l’ex presidente del “Daippo”, Emilio Ape, di 69 anni, a corrispondere in tutto 1.055.365,18 euro al Palazzo di piazza della Resistenza.
Il procedimento per responsabilità amministrativa è scaturito dall'inchiesta del 2019 (sfociata nel processo penale in corso a carico di 7 imputati, tra cui De Martino e Ape) con la quale la Procura di Crotone si disse convinta di aver reciso il presunto «accordo collusivo» tra il pubblico (il Comune) e il privato (il “Daippo”), che avrebbe consentito a quest'ultimo di ottenere dall’ente l’assegnazione della struttura senza che venisse espletata una gara (indetta e andata deserta solo a luglio 2019).
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