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Catanzaro, l'infermiere arrestato per concussione respinge le accuse davanti al giudice

L’interrogatorio di garanzia di Domenico Sinopoli. Ha sostenuto che il suo obiettivo era solo aiutare il paziente

Nessuna truffa ma solo la volontà di aiutare la moglie di un paziente in difficoltà, si è difeso così Domenico Sinopoli il 44enne infermiere in servizio fino a pochi mesi fa nel reparto di Oncologia del presidio ospedaliero De Lellis di Catanzaro. Dopo l’arresto a settembre dalla Guardia di Finanza con l’accusa di violenza sessuale su due malati oncologici, ora è stata emessa una nuova ordinanza di custodia cautelare agli arresti domiciliari per l’ipotesi di concussione. Secondo l’accusa si sarebbe fatto consegnare 600 euro dalla moglie di un paziente sostenendo di «dover retribuire un medico dell'Ospedale San Raffaele di Milano per una consulenza utile al marito in quanto lo stesso sarebbe stato curato male presso l’ospedale presso cui era ricoverato». Una ricostruzione che l’indagato, difeso dall’avvocato Pietro Pitari, ieri durante l’interrogatorio di garanzia ha fermamente contestato. Ha spiegato che il suo unico obiettivo sarebbe stato quello di dare una mano a quella famiglia in difficoltà. Al termine dell’udienza comunque il gip ha confermato la custodia cautelare agli arresti domiciliari.
Ai Carabinieri la moglie di un paziente in cura nel presidio Ciaccio De Lellis ha raccontato che Sinopoli alcuni mesi prima le avrebbe telefonato con tono greve dicendole di avere assoluta urgenza di parlarle di persona. Le avrebbe così riferito che le condizioni di salute del marito necessitavano di un approfondimento medico. Addirittura le avrebbe riferito di aver fatto visionare la cartella clinica del marito al primario ricevendo come risposta che il sanitario che lo aveva in cura non aveva capito nulla delle sue reali condizioni di salute. Quindi le aveva detto di aver contattato un medico dell'Ospedale San Raffaele di Milano il quale avrebbe prestato una consulenza dietro il pagamento della somma di 600 euro.

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