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Soverato, blocco operatorio ancora senza collaudo. Il sindacato Nursind suona la sveglia

Ultimato da almeno sei mesi e non ancora in funzione. Ambienti sterili e igiene nella struttura, «le condizioni sono precarie»

L’arrivo del 2024 segna il quinto anno in cui nella città di Soverato non si festeggiano nuove nascite all’interno dell’ospedale. Dopo i tanti proclami rimangono i fatti che hanno visto ancora una volta la mancata riapertura di una sala operatoria in cui le gestanti possano dare alla luce i propri figli. Il problema non è l’unico e proprio sull’apertura del nuovo blocco operatorio a Soverato si riaccendono i riflettori del sindacato Nursind rappresentato da Filippo Forti, da anni voce dei lavoratori della struttura nel ruolo di Rsu. È lui a porre l’accento sull’anomalia di una sala «ultimata con tutti gli arredi - segnala il rappresentante - e inspiegabilmente in attesa di un collaudo».
Sulla vicenda continua a registrarsi il silenzio dei responsabili sanitari della struttura, mentre il referente dei lavoratori pone un problema non di poco conto nella segnalazione della necessità di realizzare dei lavori nell’unica sala operatoria attualmente operativa.
«In queste ore si stano realizzando degli incontri - continua Forti - per evidenziare la necessità di realizzare degli interventi nella sala operatoria attualmente funzionante. È quella del terzo piano in cui tutti i reparti eseguono gli interventi in condizioni non più accettabili. Oggi con un tecnico, in qualità anche di Rls dell’ospedale, effettueremo un sopralluogo per sollecitare degli interventi non più rimandabili. Tutto mentre il blocco operatorio pronto da almeno 6 mesi non è entrato in funzione in attesa di un collaudo che, non si sa perché, non viene effettuato nonostante l’interno sia attrezzato con tutto l’occorrente necessario a permettere di eseguire operazioni in sicurezza. Una situazione in cui c’è inoltre da ricordare che da due anni è stato nominato un responsabile di funzione del blocco operatorio, attraverso un regolare concorso, a cui è seguita la firma di un contratto con la relativa retribuzione senza che però lo stesso responsabile sia stato messo in condizioni di lavorare».

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