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Bancarotta a Catanzaro, il Riesame conferma gli arresti domiciliari per Figorilli

Respinto il ricorso che era stato presentato dal collegio difensivo. Avrebbe dirottato milioni di euro della società sui suoi conti

Dovrà rimanere agli arresti domiciliari l’imprenditore catanzarese Natale Figorilli. Il Tribunale del Riesame ha infatti respinto il ricorso presentato dagli avvocati Salvatore Staiano e Antonio Lomonaco confermando la misura cautelare emessa dal gip. Nell’udienza di giovedì l’imprenditore 45enne aveva preso la parola in aula: «Ho fatto tutto il possibile per salvare l’azienda pur sbagliando a volte, gli acquisti compiuti sono stati finalizzati tutti nella rivendita per tentare di metterla in salvo». Gli avvocati avevano anche depositato alcuni documenti volti a provare la liceità dei comportamenti del loro assistito. I giudici del Riesame però a 24 ore dall’udienza hanno deciso di mantenere la misura cautelare degli arresti domiciliari.
Le accuse contestate dalla Procura sono bancarotta fraudolenta, patrimoniale, documentale e preferenziale, impiego di danaro, beni o utilità di provenienza illecita, indebita percezione di erogazioni a danno dello Stato, dichiarazione fiscale infedele e omessa. Secondo gli inquirenti, Figorilli, all’epoca dei fatti amministratore di fatto dell'Istituto di vigilanza diurna e notturna Figorilli Srl, dichiarata fallita dal Tribunale di Catanzaro nel corso del 2019, con un passivo ammesso di oltre 47 milioni di euro, avrebbe posto in essere condotte di distrazione e dissipazione dei beni della società per oltre 3,5 milioni di euro, di falsificazione dei libri e delle altre scritture contabili, con conseguente ingiusto profitto e danno per i creditori, in modo da non rendere possibile la ricostruzione del movimento degli affari.

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