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“Basso Profilo” a Catanzaro, aziende fantasma ma soldi... veri

Le motivazioni della sentenza Basso Profilo fanno emergere la presenza di un’economia sommersa. Sono emersi rapporti con società cinesi che sono scomparse senza lasciare traccia. Nelle perquisizioni la Dia ha trovato un bunker nascosto con all’interno 140mila euro

Gli agenti della Dia durante le perquisizioni dell'operazione "Basso profilo" di Catanzaro

Decine di aziende fantasma, senza sedi, senza dipendenti e in affari con imprese asiatiche di cui però non vi è nessuna traccia. Dal processo Basso Profilo è emersa la presenza in città di un’economia sotterranea capace di movimentare milioni di euro per merci che però non hanno mai lasciato le fabbriche, forse non sono mai state neanche prodotte e sicuramente nessun corriere ha mai trasportato. Tutto è ricostruito nelle mille pagine che compongono le motivazioni della sentenza con cui nel luglio scorso il Tribunale di Catanzaro ha condannato 35 persone assolvendone invece 12.
Nel corso del processo sono stati sentiti gli amministratori giudiziari chiamati a gestire le società sequestrate agli imprenditori Antonio Gallo e Umberto Gigliotta entrambi condannati a 30 di reclusione e ritenuti intranei all’organizzazione criminale. Di 59 società sequestrate solo 9 risultavano attive, per tutte le altre non c’era documentazione contabile, né beni strumentali e in molte occasioni non esisteva neanche una sede.

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