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Polveri nocive nella Tonnina? A Catanzaro da 3 anni si attende una risposta

Dopo l’esposto presentato da alcuni residenti nessuno ha verificato. I cittadini chiedono un incontro con il presidente della Provincia L’agronomo Zangari: «Proseguire la bonifica dell’ex Ledoga»

C’è ancora da fare chiarezza sulla questione delle possibili tracce di polveri nocive sul bollitore della Tonnina, sita a Catanzaro Lido. A distanza di tre anni, le autorità competenti non hanno ancora effettuato nessun rilievo sull’immobile, la cui proprietà è dell’amministrazione provinciale, per verificare quanto era stato segnalato in precedenza da alcuni residenti del quartiere marinaro.
Come confermato dall’agronomo Francesco Zangari, nell’ottobre 2020 si era provveduto ad inviare un esposto, insieme ad una dettagliata relazione tecnica sulle condizioni pessime dell’edificio, alla Presidenza della Provincia, all’Ufficio Igiene del Comune di Catanzaro, ai Vigili Urbani e all’Arpacal, mettendo in evidenza sia la presenza sospetta di amianto nell’intonaco della fabbrica sia l’instabilità della sommità della ciminiera, l’impianto di illuminazione non funzionante nonché lo stato di degrado in cui versava il sito.
A tal proposito, il Comune aveva risposto affermando che la problematica non era di sua competenza, siccome l’area non è di sua proprietà. Invece, l’Arpacal ha replicato che è obbligo del proprietario autodenunciarsi e provvedere alla verifica dell’eventuale traccia di materiale nocivo, dichiarando altresì di rendersi disponibile ad intervenire, previo conferimento dell’incarico.

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