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Processo sulla gestione della piscina di Crotone, chieste sei condanne

Il procedimento è nato dall’inchiesta sulla gestione dell’impianto che nel 2019 portò alla caduta dell’amministrazione

«Non hanno perseguito l'interesse pubblico». Lo ha ripetuto più volte ieri il pubblico ministero, Alessandro Rho, davanti al Tribunale di Crotone presieduto da Elvezia Cordasco. In oltre tre ore di discussione, il pm ha ricostruito le contestazioni a fondamento del processo di primo grado scaturito dall'inchiesta sulla gestione della piscina olimpionica che, nel 2019, portò alla caduta dell'allora amministrazione comunale di Crotone. E al termine della requisitoria, il rappresentante dell'accusa ha chiesto sei condanne e un'assoluzione nei confronti dei sette imputati che, a vario titolo, devono rispondere di abuso d'ufficio, turbativa d'asta speciale e falso.
Queste le richieste del pm: per Gianfranco De Martino, ex dirigente del settore del Lavori pubblici del Comune, sono stati sollecitati 5 anni e 8 mesi di carcere; nei confronti dell’ex dirigente dell’area tecnica, Giuseppe Germinara, 3 anni; per l’ex sindaco Ugo Pugliese, 1 anno e 6 mesi; per l’ex assessore all’Urbanistica, Salvatore De Luca, 1 anno e 6 mesi; nei confronti dell’ex assessore allo Sport, Giuseppe Frisenda, 1 anno e 9 mesi; per Daniele Paonessa, già delegato del Coni provinciale, 1 anno e 2 mesi. L’assoluzione perché il fatto non sussiste è stata chiesta per Emilio Ape, ex presidente del “Daippo”.

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