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Una nuova immagine del buco nero M87*. L'astrofisico calabrese Rocco Lico impegnato in questa eccezionale ricerca

Lo scienziato di Mileto, che già ricopre diversi ruoli in campo internazionale, in occasione della prima scoperta, fu tra i primi a dare l’annuncio dei risultati ottenuti dopo anni di osservazione del buco nero

Il primo buco nero M87*, al centro della grande galassia Messier 87 che si trova a 55 milioni anni luce dalla terra – che alcuni anni fa quando venne immortalato per la prima volta fece il giro del mondo – si arricchisce di una nuova foto, frutto di anni di ricerche ad opera della Event Horizon Telescope e della Greenland Telescope e con la collaborazione alcuni ricercatori dell’Istituto nazionale di astrofisica, dell’Istituto nazionale di fisica nucleare e della Universita di Cagliari e Federico II di Napoli.

Tra i maggiori ricercatori impegnati in questa eccezionale scoperta figura un giovane scienziato calabrese, originario di Mileto, Rocco Lico, 39 anni, che attualmente si divide tra il suo lavoro di ricercatore presso l’istituto nazionale di astrofisica di Bologna, la Spagna e i convegni scientifici in ogni parte del mondo. L’astrofisico, che già ricopre diversi ruoli in campo internazionale, in occasione della prima scoperta, fu tra i primi a dare l’annuncio dei risultati ottenuti dopo anni di osservazione del buco nero.

La nuova immagine del buco nero immortalata presenta rispetto alla prima solo una lieve variazione nella luminosità, precisamente nello spostamento del picco della luminosità dell’anello. Una stabilità che costituisce una conferma della teoria della relatività generale formulata da Albert Einstein. Le ulteriori scoperte scientifiche sono state rese possibili anche grazie all’impiego del Large Millimeter Telescope, un grande telescopio che si trova in Messico, «utilizzando – spiega Rocco Lico – diversi algoritmi di imaging e tecniche di modellizzazione».

L’astrofisico calabrese – che ieri abbiamo raggiunto al telefono nel suo studio di Bologna – ha manifestato grande gioia «per questa nuova interessante scoperta, frutto di un lavoro di squadra al quale sono stati dedicati anni di studio attento e approfondito». Anni, accompagnati dal grande amore verso l’astrofisica che Rocco Lico ha nutrito sin dagli anni dell’adolescenza, incoraggiato da tutta la sua famiglia e, in particolare, da suo padre, scomparso alcuni fa, il suo primo sostenitore.

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