Questo sito contribuisce all’audience di Quotidiano Nazionale

Interdittiva confermata dopo anni a una ditta catanzarese: “Strumenti atipici contro i clan”

Il Consiglio di Stato: è la frontiera avanzata della lotta contro le mafie

L’informativa antimafia rappresenta una «frontiera avanzata» nella battaglia tra Stato e anti Stato e se «atipica è la capacità delle mafie di perseguire i propri fini», «atipici» possono essere «strumenti, accertamenti, collegamenti, risultanze» al servizio delle Prefetture. Lo scrive il Consiglio di Stato nella sentenza con cui ha confermato la validità di una informativa antimafia emessa otto anni fa dalla Prefettura nei confronti di un’impresa catanzarese. Il caso risale al febbraio 2016 quando la Prefettura emise il provvedimento sostenendo che il socio-amministratore e titolare dell’impresa e il suo socio sono figli di un personaggio di spicco della criminalità organizzata calabrese». Nell’interdittiva si sottolineava anche che entrambi «frequentano abitualmente pregiudicati e soggetti socialmente pericolosi, oltre ad avere rapporti di parentela con altri soggetti affiliati alla criminalità organizzata». I titolari dell’azienda si erano rivolti al Tar. I giudici amministrativi di Catanzaro avevano respinto il ricorso ponendo l’accento, soprattutto, sul rapporto di parentela diretta dei titolari della ditta con un noto capo di cosca di ’ndrangheta. A questo punto i due imprenditori si sono rivolti al Consiglio di Stato sostenendo che «il solo rapporto di parentela dei soci con un oramai ex boss della ‘ndrangheta non sarebbe in ogni caso sufficiente ad inferire un rischio di permeabilità mafiosa in capo all’impresa, non risultando provata l’effettiva ingerenza del soggetto nella gestione aziendale».

Leggi l'articolo completo sull'edizione cartacea di Gazzetta del Sud - Catanzaro

Caricamento commenti

Commenta la notizia