Questo sito contribuisce all’audience di Quotidiano Nazionale

Inaugurazione anno giudiziario a Catanzaro, i rapporti tesi tra toghe negli interventi dell’avvocatura

L’appello della Camera penale: superiamo la cultura del sospetto

«Dobbiamo ritrovare, avvocati e magistrati, la dimensione di fiducia reciproca e di leale collaborazione, un lessico e una grammatica comuni, superando la cultura del sospetto che in qualche modo si è insinuata velenosamente tra noi e all’interno delle nostre aule». L'auspicio del presidente della Camera penale di Catanzaro Francesco Iacopino riguarda il futuro dei rapporti tra toghe, il presente invece è fatto di tensioni che anche ieri sono state sottolineate negli interventi dei rappresentanti dell'avvocatura catanzarese. Secondo il presidente dell'Ordine Vincenzo Agosto «sussiste oggi una sorta di risentimento nei riguardi della classe forense, numericamente preponderante ed erroneamente vista come ostacolo alla celere definizione dei processi, traducendosi tale idea in una indisposizione e in un malanimo». Malanimo che, ha aggiunto Agosto, «si manifesta apertamente in taluni provvedimenti in cui si liquidano somme risibili a fronte di un impegno professionale. Malanimo che si apprezza quando in talune procedure vengono scelti professionisti che risiedono a distanza di mille chilometri dalla Calabria. Malanimo che si traduce nel costringere all’attesa in anticamera mentre nulla si sta contemporaneamente portando avanti, o che si evidenzia quando non si rispetta l’orario di inizio di una udienza. Si ritiene forse tramite tali condotte di fare valere una differenza di potere, allontanando l’Avvocatura o mettendo una considerevole distanza con la stessa, però si dimentica di considerare che ciascuno di noi è relazione, con una sua propria particolarità irripetibile, aperta all’universo, alle altre persone, alla natura, alle conoscenze».

Leggi l'articolo completo sull'edizione cartacea di Gazzetta del Sud - Catanzaro

 

Caricamento commenti

Commenta la notizia