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L'addio di Pizzo a Ermelinda Procopio, una vita per la cultura e la libertà di espressione

Una personalità forte che ha sempre contraddistinto Ermelinda Procopio, donna di spessore che lascia una decisa impronta nel tessuto culturale napitino. La sua scomparsa lascia un profondo dolore nella comunità di Pizzo ed in numerosi hanno voluto tributarle un ultimo saluto, soprattutto sui social. A partire dal nipote, Nicola Caria: “Mi piace ricordarti così: una donna forte, emancipata, carismatica, battagliera, piena di gioia di vivere - scrive -. Amavi infinitamente Pizzo e ad esso hai dedicato tutta te stessa”.

La puntuale descrizione del nipote rispecchia pienamente la personalità della professionista, che in tantissimi hanno apprezzato anche nel suo ruolo di docente di Lettere, oramai in pensione: “Ti dedicavi alla scrittura, alla lettura, al canto, al tuo amato pianoforte. Non vi erano convegni o eventi pubblici ai quali non eri presente. Godevi di grande stima e affetto da parte di tutti coloro che ti conoscevano, per la bella persona che eri. Sempre solare e sorridente, la tua presenza, la tua grande energia non passavano mai inosservate”.

Anche l’eco di altre voci si unisce al corale ricordo: “Una delle rarissime persone di vera Cultura - rileva Marisa Costa - che amava Pizzo con tutto il suo cuore. Indimenticabili le sue continue battaglie per portare il nostro paese al livello superiore che avrebbe tanto desiderato. Con me, ne abbiamo condivise tante, di battaglie, a partire da "Il Gabbiano", dove non mancava mai di far sentire la sua voce, per mettere in evidenza tutte le cose che avrebbe voluto "diverse", per il bene di questo paese. Così, in tante altre associazioni e sodalizi, insieme. Sempre presente, infaticabile, instancabile”. Una donna elegante, di classe, che non passava certamente inosservata; una “pasionaria” dal grande entusiasmo.

“Donna di profonda cultura - evidenzia anche Santino Galeano -; faceva dell'eleganza e della signorilità il suo modo di essere. Curiosa oltre ogni limite per ciò che riguardava l'arte, la storia e i costumi, ha voluto essere sempre presente in quei gruppi e associazioni ove si esaltava la cultura, la fede e l'amore per il proprio paese non rinunciando mai ad essere liberamente critica quando determinate circostanze lo richiedevano”.

Perché, come Galeano evidenzia “frutto di uno spirito libero presente solo nelle persone intelligenti ed acculturate alla libertà di espressione come mezzo per far crescere al meglio una comunità, un popolo. Convinta assertrice delle sue idee, era un piacere discutere sui vari temi che occasionalmente si presentavano”. Perché “aveva una visione della sua e nostra Pizzo - ricorda - troppo avanti rispetto alla mentalità di chi la governava. Battagliera in ogni campo, il suo animo si placava solo dinanzi ad un pianoforte ove la sua voce lirica primeggiava ed i cui tasti erano come accarezzati dalle sue mani armoniose e gentili. Pizzo perde davvero una delle sue ultime donne di classe”.

Per quanti vorranno stringersi al dolore dei figli Maria Antonietta ed Enrico Caria nonché ai familiari tutti, i funerali si terranno quest’oggi alle 15,30 presso il Duomo di San Giorgio.

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