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Il clan di Cutro infiltrato in Veneto, definitive 19 condanne

Sigillo della Cassazione sull’inchiesta Camaleonte che nel 2019 ha smantellato la cellula dei Grande Aracri tra Venezia e Treviso

La Corte di Cassazione

È arrivato il sigillo della Cassazione sul processo scaturito dall’inchiesta “Camaleonte” che nel 2019 smantellò la cellula della cosca Grande Aracri di Cutro radicata in Veneto. La Suprema Corte, tra ricorsi delle difese rigettati e altri dichiarati inammissibili, ha reso definitive le 19 condanne che vennero inflitte il 24 maggio 2022 dalla Corte d’appello di Venezia nell’ambito del troncone che s’è svolto col rito abbreviato. Con l’operazione “Camaleonte”, scattata il 12 marzo di cinque anni fa con l’esecuzione di 27 arresti, la Direzione distrettuale antimafia di Venezia fece luce sulle vessazioni che il clan - tra il 2013 e il 2015 - perpetrò ai danni delle aziende venete bisognose di liquidità.
Le indagini hanno dimostrato che al vertice della ’ndrina di stampo cutrese trapiantata in Veneto c’erano Michele Bolognino (per lui 11 anni e 4 mesi di carcere irrevocabili) e il fratello Sergio (che nel giudizio d’appello di rito ordinario ha concordato la pena a 17 anni di detenzione). Entrambi i germani, già coinvolti nel maxi-blitz “Aemilia” del 2015, erano diventati i referenti della cosca attiva tra le province di Venezia, Padova, Vicenza e Treviso.

Le condanne definitive

A Michele Bolognino sono stati confermati 11 anni e 4 mesi di reclusione; Salvatore Innocenti, 3 anni; Rocco Devona, 2 anni e 27 giorni; Vincenzo Marchio, 2 anni e 6 mesi; Gianni Floro Vito, 6 anni e 20 giorni; Gaetano Blasco, 3 anni e 8 mesi; Mario Vulcano, 4 anni, 5 mesi e 10 giorni; Carmine Colacino, 2 anni, 4 mesi e 14 giorni; Francesco Bolognino, 6 anni e 4 mesi; Sergio Lonetti, 2 anni e 8 mesi; Salvatore Paolini, 2 anni, 4 mesi e 13 giorni; Antonio Brugnano, 4 anni, 4 mesi e 20 giorni; Donato Agostino Clausi, 12 anni e 6 mesi; Giulio Giglio, 4 anni e 4 mesi; Mario Megna, 2 anni e 27 giorni; Giuseppe Richichi, 11 anni e 8 mesi; Tobia De Antoni, 6 anni, 2 anni e 20 giorni; Francesco Scida, 2 anni; e Federico Schiavon, 8 mesi e 10 giorni. Per Schiavon sarà necessario un nuovo processo davanti al giudice civile in merito all’azione civile da esercitare nei suoi confronti.

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