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Amaroni, ricostruiti mandanti e moventi delle intimidazioni ad Arturo Bova

Nell’inchiesta “Scolacium” i retroscena sulle auto bruciate all’allora consigliere regionale

Incendiata l'auto di Arturo Bova

Dalle carte dell’operazione Scolacium, condotta all’alba di giovedì scorso dai carabinieri del Nucleo investigativo del Comando provinciale di Catanzaro, che ha sgominato i nuovi componenti delle storiche cosche di Borgia e Vallefiorita, emergono, a distanza di 8 anni, movente, retroscena e autori dei due incendi di auto subiti dall’ex sindaco di Amaroni, Arturo Bova all’epoca consigliere regionale (nel 2016), presidente della commissione regionale anti ‘ndrangheta e noto avvocato penalista.
Il politico e professionista subì nel 2015 e nel 2016 l’incendio dell’autovettura, a quanto pare, per motivi riconducibili alla politica. Per quei danneggiamenti, oggi risultano indagati, in concorso fra loro, Santo Mirarchi, Salvatore Danieli, Davide Benedetto Zaffina e Domenico Falcone. L’atto intimidatorio e ritorsivo nei confronti di Bova è stato ricostruito grazie alle dichiarazioni dei due collaboratori di giustizia Mirarchi e Danieli, ritenute dagli inquirenti «genuine, convergenti e attendibili».

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