Silenzio e luce. Quasi non ci si accorge che la spiaggia di Steccato di Cutro sia gremita come in qualunque giorno d'estate. Ma un giorno d'estate non è. Un giorno normale non è. Si commemora una delle tragedie più immani della storia del nostro Paese. Trecento persone - tra sopravvissuti, parenti delle 94 vittime, volontari della associazioni, rappresentanti delle Istituzioni, giornalisti provenienti da tutto il mondo e gente comune - che si raccolgono attorno alla distesa di pupazzi allestita per l'occasione da Crotonenews con lo scopo di tenere accesa la fiammella del ricordo. Trecento persone, ma anche 35 pupazzi e giocattoli: lo stesso numero di bambini e minorenni inghiottiti dal mare.
Un intenso momento di raccoglimento e di preghiera, seguito dalle parole dell'ambasciatore afgano in Italia, Khaled Ahmad Zekriya. L'attore e regista Francesco Pupa recita un brano scritto da Erri De Luca; una sorta di Padre Nostro rivisitato in chiave-naufragio. Il giornalista Bruno Palermo chiama a sé uno dei sopravvissuti, Mohsn Azizi, e lo invita a raccontare la propria testimonianza e a rivivere quei tremendi istanti: «Per me è molto difficile essere qui oggi, ma era necessario in rispetto dei familiari delle vittime. Mi spiace non aver salvato i bambini. Quando sono ritornato per la prima volta qui, ho rivissuto un incubo». Poi tocca al pescatore Vincenzo Luciano e a due parenti dei migranti morti in seguito al naufragio un altro arduo compito: la deposizione di una corona di fiori in mare. E solo in quell'istante il silenzio è perforato da un grido di dolore. L'ultimo suono che si ode prima che le trecento persone giunte a Steccato di Cutro ritornino alla vita di sempre, ma con un vuoto incolmabile che resterà tale per sempre. La diretta della veglia
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