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Minacce e intimidazioni, Cessaniti è ormai una “polveriera”

Ancora episodi inquietanti nel paese dell’entroterra vibonese. Nel mirino restano sempre i sacerdoti

Clima di tensione e paura, quello che si respira a Cessaniti, a seguito della serie di minacce e di atti intimidatori che hanno colpito non solo il clero locale ma anche altre figure della comunità. La vicenda ha assunto contorni inquietanti. L’ultimo episodio, in ordine cronologico, la candeggina versata nelle ampolle dell’acqua e del vino. La scoperta sconcertante di don Felice Palamara (parroco delle due chiese di San Nicola e Maria Santissima della Lettera della frazione di Pannaconi) durante la messa di sabato sera. Da settembre scorso, don Palamara (recentemente sottoposto a vigilanza generica radiocontrollata) è bersagliato da lettere minatorie, e nell’ultima settimana tra i destinatari si è inserito anche don Francesco Pontoriero. Ma ulteriori missive sono state altresì recapitate al vescovo monsignor Attilio Nostro (benché sempre insultato ed accusato anche in quelle indirizzate ai sacerdoti) e, sebbene di diversa natura, anche all’operatrice culturale Romina Candela, e al commissario prefettizio, Sergio Raimondo.
Nelle missive recapitate ai sacerdoti, l’estensore accusa don Felice e don Francesco di essere la causa del trasferimento del precedente parroco di Cessaniti/Favelloni e che allo scopo ci sarebbe stato un presunto “complotto” col vescovo. Tutto è iniziato da settembre con l’invio delle prime lettere, che combacia col periodo della nomina vescovile dei nuovi parroci. Ora, però, dagli insulti e dalle minacce si è passati ai fatti. Dopo i danneggiamenti all’automobile (con tanto di graffi, scritte e croci), 5 giorni fa don Felice ha trovato un’altra lettera e un taglierino in chiesa (all’interno della cassetta delle offerte) e, nella missiva “l’avviso”: «Presto ci vedremo in ospedale». “Appuntamento” mancato solo perché il presbitero si è accorto per tempo della presenza di candeggina nelle ampolline dell’acqua e del vino. Il tentato avvelenamento è stato scoperto direttamente da don Felice nel corso della messa di sabato presso la chiesa Maria Santissima della lettera che era rimasta aperta dal pomeriggio. Ora gli investigatori stanno scandagliando i frame delle telecamere che potrebbero svelare l’identità dell’autore.

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