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Gestione della piscina di Crotone, processo sospeso dalle norme in arrivo sull’abuso d’ufficio

Il dibattimento alle battute finali vede imputati ex amministratori ed ex dirigenti comunali

Piscina olimpionica di Crotone

L'iter parlamentare che sta portando la maggioranza che sostiene il governo della premier Giorgia Meloni ad abrogare il reato di abuso d'ufficio ha una conseguenza pratica sul processo nato dall'inchiesta della Procura sulla gestione della piscina olimpionica che, a novembre 2019, provocò la caduta dell'allora amministrazione comunale.
Il dibattimento alle fasi finali, è stato infatti sospeso dal Tribunale di Crotone che sta giudicando i 7 imputati che devono rispondere, a vario titolo, di abuso d'ufficio, turbativa d'asta speciale e falso per la presunta cattiva conduzione dell'impianto sia da parte dell'ente che del consorzio "Daippo".
Il collegio presieduto da Elvezia Cordasco ha accolto la richiesta dell'avvocato Francesco Laratta di "congelare" il processo (prossimo a concludersi) in attesa di capire se l'illecito disciplinato dall'articolo 323 del codice penale sarà abolito anche dalla Camera dopo essere stato cancellato, 2 settimane fa, dal Senato che ha varato il disegno di legge del ministro della Giustizia, Carlo Nordio. La prossima udienza è in programma il 15 aprile. Entro quella data i giudici stabiliranno se il procedimento proseguirà con le stesse accuse che oggi vengono addebitate, oppure se il pubblico ministero dovrà riformulare le sue richieste di pena sulla base della soppressione del reato di abuso d'ufficio. Lo scorso 17 gennaio, il pm Alessandro Rho aveva sollecitato 6 condanne e un'assoluzione nei confronti di ex amministratori pubblici, ex dirigenti del Municipio ed ex vertici del "Daippo".

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