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L'inchiesta dell'ospedale di Catanzaro, anche un avvocato e un generale medico dei carabinieri tra gli indagati

Sono il dirigente medico facente funzioni del reparto di Oculistica dell’azienda ospedaliera universitaria «Dulbecco» di Catanzaro Marco Scicchitano, gli infermieri Annarita Procopio e Riccardo Sperlì, dipendenti della stessa azienda, e l’imprenditore Maurizio Gigliotti, di Cosenza, i destinatari delle misure interdittive eseguite dalla Guardia di Finanza e dal Nas dei carabinieri nell’ambito di un’inchiesta su una presunta associazione per delinquere finalizzata al peculato e alla truffa ai danni dello Stato e di autoriciclaggio. Nell’inchiesta ci sono altri tre indagati, non colpiti da misure: l’avvocato Antonio Torchia, l’amministratore unico di una clinica privata, Melania Musso, e Ugo Vescio, generale di brigata medico dei carabinieri che per anni ha lavorato in Calabria.

Le misure interdittive sono state disposte dal Gip di Catanzaro su richiesta della Procura del capoluogo calabrese, In particolare, per Scicchitano, Procopio e Sperlì è stata disposta la sospensione per un anno dal pubblico ufficio e dal servizio, per Gigliotti divieto di esercitare l’attività imprenditoriale sempre per un anno. Secondo l’ipotesi accusatoria, Scicchitano «avrebbe omesso di versare all’azienda ospedaliera parte dei compensi ritratti dallo svolgimento di attività professionale in regime di intramoenia allargata, e con la collaborazione dei due infermieri, avrebbe eseguito interventi chirurgici privatamente, pur in assenza di specifica autorizzazione sanitaria, impiegando materiale sanitario sottratto all’azienda ospedaliera, che veniva in tal modo autoriciclato, e si sarebbe avvalso di false fatture emesse dall’imprenditore di fiducia per giustificare la disponibilità di dispositivi e materiale sanitari sottratti all’azienda ospedaliera».

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