Pene per oltre 300 anni carcere. E’ quanto ha chiesto il pubblico ministero della Dda di Catanzaro nel corso del processo che si sta celebrando nei confronti delle persone coinvolte nell’operazione antidroga “Svevia”, contro un presunto gruppo criminale dedito al narcotraffico tra i territori di Lamezia, Reggio, Catanzaro e Roma, che hanno scelto per il rito abbreviato. In particolare, il pm Gallo ha chiesto condanne che vanno da 20 a un anno di carcere nei confronti dei venti imputati che hanno scelto il rito abbreviato. L'operazione “Svevia”, condotta un anno fa dalla Dda e dalla Guardia di finanza, portò alla luce un'organizzazione dedita al traffico e allo spaccio di droga radicata nel quartiere Capizzaglie, al cui vertice c'era un discendente della famiglia di ‘ndrangheta dei Giampà e con canali di approvvigionamento sia nel Reggino, a San Luca e Rosarno, sia a Roma grazie alla collaborazione con i Casamonica. Il provvedimento ha riguardato anche alcuni appartenenti alla comunità rom che vive nel capo di contrada Scordovillo.
Leggi l'articolo completo sull'edizione cartacea di Gazzetta del Sud - Catanzaro
Caricamento commenti
Commenta la notizia