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Quelle zone di Catanzaro affossate dal degrado

Dalle aree degli ex cementifici a Parco Romani la città è ferita da opere abbandonate e incompiute

Incompiute, degradate, alcune al centro di progetti di recupero. Tutte accomunate da lunghi periodi di abbandono. Sono le diverse strutture, più o meno grandi, semi-abbandonate nel capoluogo di regione. Per alcune solo negli ultimi anni si è riusciti a evitare che sprofondassero definitivamente, altre vedono avvicinarsi una prospettiva e altre ancora languono, inutilizzate e spesso nel degrado. La città ha mutato pelle nel corso degli anni ma una volta indossata quella nuova gli elementi che facevano parte della precedente vita non hanno trovato alcuna collocazione. Almeno una buona parte, per i quali ora si confida nella rigenerazione prevista nel futuro piano strutturale comunale.
Due ex cementifici non sono mai stati riconvertiti: uno è stato demolito, a Sala, ma prima di “sparire” ha anche fatto da ingombro al cantiere della metropolitana di superficie, tanto da richiedere una variante al progetto esecutivo; l’altro, nel quartiere De Filippis, è stato bonificato dall’amianto nel 2020. I siti fanno ora parte dei piani di rigenerazione prossima ventura. In questo contesto non possono non inserirsi l’ex scuola “Chimirri”, l’ospedale vecchio di via Acri, la fornace di Sant’Antonio. Ma soffermandosi ancora nel quartiere Sala, qui c’è l’emblema delle incompiute abbandonate: Parco Romani.

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