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Il sequestro lampo di una ragazzina a Catanzaro: i due rapitori patteggiano la condanna

I due rapitori hanno confessato e hanno spiegato anche le “ragioni economiche” che erano alla base del gesto.

Due anni di reclusione, questa la condanna patteggiata da Aniello Agnello, di 36 anni, e Francesco Izzo, di 29, entrambi di Torre Annunziata, accusati di sequestro di persona ed esercizio arbitrario delle proprie ragioni con violenza alle persone nell’ambito dell’inchiesta sul rapimento di una minorenne catanzarese.

A dicembre la Procura aveva chiesto il giudizio immediato per entrambi e l’inizio del processo era stato fissato proprio per l’1 febbraio. Alcuni giorni prima dell’udienza però le difese degli indagati hanno chiesto alla pubblica accusa di patteggiare la pena. Il 27 febbraio quindi si è tenuta l’udienza davanti al gup che ha concesso il patteggiamento per entrambi gli imputati con due anni di reclusione.
I due rapitori hanno confessato e hanno spiegato anche le “ragioni economiche” che erano alla base del gesto. Gli atti dell’inchiesta hanno ricostruito quei drammatici momenti dalla notizia del rapimento fino al ritrovamento della ragazzina. È domenica sera quando al 113 arriva la telefonata di un cittadino. Racconta di aver assistito al rapimento di una ragazza che mentre si trovava alla guida di una minicar era stata fermata, costretta a scendere da due uomini e trascinata a bordo di un'altra automobile. Poco dopo al numero di emergenza della polizia arriva un'altra chiamata, è la madre della quindicenne, spiega che poco prima sua figlia l'ha chiamata sul cellulare, urlando le ha detto che la stavano portando via. Fortunatamente le informazioni fornite dal cittadino testimone sono dettagliate. Gli investigatori della Mobile riescono a identificare l'auto che risulta intestata ad Aniello Agnello. Intanto in questura arriva anche il papà della ragazzina.

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