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Lamezia, accelerata sulla bonifica di Scordovillo. Ma i rom sono scettici: «Si farà davvero?»

Il commissario Vadalà sta pianificando lo sgombero del campo

La baraccopoli di Scordovillo a Lamezia Terme

Bonifica ambientale del sito di Scordovillo, possibile ed eventuale smantellamento della baraccopoli dove vivono circa seicento persone di etnia rom; percorsi di inclusione destinati all’integrazione della popolazione residente nella bidonville, una delle più grandi del Sud.
Idee, concetti, progetti che vedono insieme enti e istituzioni: dal Governo nazionale alla Regione, dal Comune alla prefettura, dall’Arma dei carabinieri all’Arpacal ed altri ancora. La si potrebbe definire una squadra interforze che, finalmente dopo anni di polemiche incrociate, fiumi d’inchiostro e parole spese al vento, sembra proprio decisa a risolvere in maniera efficace ed incisiva quella che da sempre è definita la “questione rom”. Il generale dell’Arma dei carabinieri, Giuseppe Vadalà, nominato commissario per la bonifica dall’esecutivo Meloni è già al lavoro e assicura che non ci si occuperà solo del risanamento ambientale dell’area ma ci si prenderà cura anche dei cittadini rom di Scordovillo. Poco meno di mille persone: uomini, donne, ma soprattutto tanti giovani e tanti bambini che, appresa la notizia della bonifica, pensano con ansia e trepidazione al loro futuro. Al campo c’è nervosismo, attesa, ma anche tanto disincanto; i sentimenti sono contrastanti perché di questi annunci di cambiamento la popolazione della baraccopoli ne ha già sentiti tanti.

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