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Traffico internazionale di rifiuti, l’epicentro è nel Soveratese

L’inchiesta della Procura di Potenza sull’immondizia che doveva essere sversata in una discarica tunisina coinvolge una ditta calabrese

Ha il suo epicentro sulla costa soveratese l'inchiesta della Procura di Potenza su un traffico internazionale di rifiuti. Oltre 280 container che hanno fatto la spola dal porto di Salerno alla Tunisia, a fare da trait d'union tra le sponde del Mediterraneo sarebbe stato Paolo Casadonte 43 anni di Montepaone titolare di una ditta proprio nel paese Nordafricano. Per lui il gip ha disposto la custodia in carcere. Nell'ordinanza il giudice ha scritto che il broker calabrese si sarebbe posto «al vertice di strutture ed attività criminali stabili nel tempo, che provocano enormi danni all'ambiente per lucrare indebitamente somme di denaro, con una avidità e professionalità nel delinquere che, nel settore in esame, hanno pochi paragoni possibili». Sarebbe stato lui ad avere contatti sia con le ditte tunisine che avrebbero dovuto accogliere i rifiuti e sversarle in discarica che con la Sviluppo Risorse Ambientali srl, una società di Polla che raccoglie e ricicla i rifiuti urbani dalla provincia di Salerno e da altre regioni, come la Basilicata e la Calabria. Ed è proprio una ditta calabrese ad aver ceduto alla Sviluppo Risorse Ambientali srl il contratto stipulato il 10 settembre 2019 con la società tunisina Soreplast: si tratta della Eco Management S.p.a di Soverato. Nel registro degli indagati sono infatti finiti il rappresentante legale dell'azienda di Soverato Innocenzo Maurizio Mazzotta 54 anni e il socio Francesco Papucci di 48 anni.

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