La Corte di Cassazione ha confermato la condanna per l’ex dirigente della Regione Calabria coinvolto nell’inchiesta sui presunti illeciti nella gestione della Fondazione Calabresi nel Mondo ex ente in house della Regione Calabria. Diventa quindi definitiva la condanna a 1 anno e 9 mesi di reclusione, pena sospesa e non menzione della pena nel casellario giudiziario, con confisca del profitto pari a 60mila euro. In primo grado la pena inflitta era stata di due anni il reato di falso ideologico in atto pubblico è stato dichiarato estinto per intervenuta prescrizione. Nell’ambito della stessa inchiesta è ancora in corso il processo dibattimentale nei confronti dell’ex deputato Pino Galati, all’epoca dei fatti presidente della Fondazione “Calabresi nel Mondo” e della collaboratrice Mariangela Cairo.
Secondo l’accusa la Fondazione “Calabresi nel mondo” sarebbe stata utilizzata per distribuire clientele a fini elettorali. In particolare nel mirino degli inquirenti sono finite 25 assunzioni effettuate, secondo la ricostruzione della procura, solo per «per mantenere ed incrementare il proprio bacino elettorale» simulando il loro impiego nella struttura operativa interna. Sotto i riflettori della Procura è finito pure il documento organizzativo provvisorio (validità un anno e sei mesi) approvato da Galati a giugno 2012: uno strumento, secondo gli inquirenti, per scardinare lo statuto secondo cui «al presidente della fondazione che sia anche parlamentare nazionale non è dovuto alcun compenso per l’attività espletata, potendo al massimo ricevere un rimborso spese».
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