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Catanzaro, liquami sversati nel Beltrame: “Una situazione drammatica”

Nuovi particolari dell’inchiesta Scirocco condotta dai carabinieri. La frase: non siamo morti col Covid, moriremo per i fanghi a mare

«Una situazione drammatica», con queste parole gli inquirenti descrivono la realtà del depuratore di Montepaone nel maggio del 2021. A certificarla ci sono i dati Arpacal ma anche le foto fatte da una pattuglia dei carabinieri che «accertava la presenza di reflui di colore scuro maleodorante misto a fanghi che affluiva verso il torrente Beltrame per poi giungere alla foce». È solo uno dei casi segnalati nell’ordinanza dell’inchiesta Scirocco che ha portato all’arresto di 17 persone e al sequestro di sei società per un valore di dieci milioni di euro. Dopo la prima segnalazione dell’Arpacal nel dicembre 2020, gli investigatori hanno piazzato cimici e microcamere sull’impianto che sorge al confine tra Montepaone e Soverato. Il quadro che ne è emerso è allarmante. Dalla visione delle telecamere si è potuto constatare che nella stagione autunnale e invernale, allorquando vi erano precipitazioni, l’impianto veniva bypassato, azzerandosi il ciclo depurativo delle acque. In pratica i liquami finivano direttamente nel Beltrame e da qui a mare. Nell’inverno del 2021, tra febbraio e marzo, è risultato che a seguito di una grossa mareggiata il torrente Beltrame veniva completamente chiuso alla foce da una serie di dune che si venivano a creare. Tutto ciò creava un fenomeno di lagunaggio nel quale stagnavano liquami proveniente dall'impianto di depurazione. Basta un dato per comprendere quanto grave fosse l’inquinamento provocato. I prelievi sulle acque del torrente hanno fatto emergere valori di escherichia coli ed enterococchi superiori più del doppio della soglia limite per la categoria “fortemente inquinato”.

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