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A giudizio anche il sesto presunto scafista del naufragio di Cutro

Finisce a processo anche Mohamed Abdessalem il siriano di 26 anni accusato di essere stato al timone quella tragica notte. Il Gip di Crotone ha vagliato testimonianze e immagini raccolte dagli inquirenti

Finisce a processo anche Mohamed Abdessalem, il siriano di 26 anni accusato dalla Procura di Crotone di essere stato il sesto e ultimo scafista del caicco “Summer Love”, naufragato il 26 febbraio 2023 a pochi metri dalle coste di Steccato di Cutro causando la morte di 94 migranti. Il pubblico ministero, Pasquale Festa, ha infatti chiesto e ottenuto dalla giudice delle indagini preliminari, Elisa Marchetto, il giudizio immediato nei confronti dell’imputato. Per lui il dibattimento inizierà il prossimo 17 aprile davanti al Tribunale di Crotone. Adesso Abdessalem ha 15 giorni di tempo per decidere se essere giudicato con un rito alternativo: l’abbreviato (che in caso di condanna prevede lo sconto di un terzo della pena) o il patteggiamento. Il 26enne, che è detenuto in Puglia in seguito al suo coinvolgimento nell'inchiesta “Astrolabio” coordinata dalla Direzione distrettuale antimafia di Lecce, è stato arrestato lo scorso 7 dicembre per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, naufragio colposo e morte come conseguenza di altro reato. Per gli inquirenti, l'uomo avrebbe guidato sia l'imbarcazione “Luxury 2” partita dal porto turco di Izmir, sia il “Summer Love” che sostituì il primo natante per un'avaria, per poi darsi alla fuga nei momenti successivi alla strage in mare. Ad inchiodare Abdessalem sono state le prove raccolte dai poliziotti della Squadra mobile e dai finanzieri del Sezione operativa navale di Crotone: da un lato le dichiarazioni fornite dai sopravvissuti e dall'altro le immagini acquisite dai telefoni cellulari. Su tutti, c'è la testimonianza che un superstite della tragedia, Firas Algazi, 40enne siriano, rese agli investigatori: «La colpa di tutto è stata la sua – aveva detto parlando di Abdessalem – perché era lui che era al timone della barca ed ha accelerato con la barca che poi si è schiantata».

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