“Voci di Memoria”. Struggente iniziativa, sabato a Monsoreto di Dinami, in località “Giardino” dove, il 21 marzo 1994, a 2 mesi dalla scomparsa, furono ritrovati i resti di Pino Russo, ventiduenne di Acquaro ucciso per essersi innamorato di Angela, la persona “sbagliata”. Sbagliata non per lui, che era ricambiato, ma per il cognato di lei, il boss di ‘ndrangheta di Arena all’ergastolo Antonio Gallace, che ne osteggiava la relazione.
Lo raccontano le cronache e lo ricostruisce Matteo Luzza, fratello di madre della vittima e attivo membro di “Libera”. Iniziativa fortemente voluta dall’amministrazione di Dinami guidata dal sindaco Nino di Bella, il quale, alla presenza di familiari, amici e conoscenti, della propria amministrazione, dei vertici provinciali e regionali di “Libera”, dei carabinieri della locale stazione, del consigliere regionale Raffaele Mammoliti, del testimone di giustizia Carmine Mangiardi e del sindaco e del presidente del consiglio comunale di Dasa, Raffaele Scaturchio e Enzo Cirillo, ha realizzato e svelato una stele in onore del giovane, benedetta dal parroco della comunità, Angiolino Solano. “Omnia Vincit Amor. In ricordo di Pino Russo, vittima innocente di ‘ndrangheta”. L’incisione. Fiori da parte della madre, dell’amministrazione e dell’associazione “Donn’Antuani” di Acquaro, guidata da Pino Carnovale. Palpabile la commozione di mamma Teresa, dei fratelli, Matteo, Francesco e Maurizio e del patrigno Orlando che, per la prima volta dopo 30 anni, si sono trovati in quel luogo maledetto, teatro di una maledetta e assurda storia. Successivamente ci si è spostati presso la scuola media, dove diversi sono stati gli interventi. Nino Bella ha portato i saluti, anche a nome dell'amministrazione e della comunità, in ricordo e omaggio al giovane innocente.
Raffaele Mammoliti ha ricordato i giorni drammatici della scomparsa di Pino e le manifestazioni tenutesi ad Acquaro in quel periodo, rimarcando l'importanza di questi momenti come freno alla barbarie mafiosa. Il sindaco di Dasà, invece, ha preso impegno, da parte del comune e per conto l'istituto comprensivo, di portare le terze classi della scuola media a Roma alla giornata della memoria per le vittime innocenti di mafia, il prossimo 21 marzo. Il tema del perdono, della carità e dell’accoglienza come antidoto al fenomeno mafioso è stato evidenziato dai parroci, don Angiolino (Monsoreto e Melicuccà) e don Rocco Suppa (Dinami). L’atmosfera della giornata è stata sintetizzata da mamma Teresa, che, commossa ha cercato di esternare la sensazione provata ad essere per la prima volta in quel luogo e ha ripercorso i giorni della scomparsa di Pino, il dolore e lo smarrimento di quei momenti e la crudeltà del delitto, perpetrato da 7 persone che a vario titolo vi hanno partecipato. Il fratello Matteo ha rimarcato i percorsi di testimonianza, riflessione e condivisione che “Libera” ha messo in campo per ricordare le vittime innocenti della criminalità mafiosa, anche nelle scuole, nelle università e nelle carceri. Per “Libera” hanno parlato la referente provinciale, Maria Joel Conocchiella, che ha evidenziato l'importanza del ricordo e della memoria viva, non come semplice e sterile commemorazione ma come impegno, e il referente regionale, Giuseppe Borrello, in conclusione soffermatosi sulle tante iniziative dall’associazione per ricordare i nomi delle vittime innocenti, i momenti messi in campo in questi giorni a sostegno del vescovo e dei parroci minacciati, e le iniziative per utilizzare al meglio a fini sociali i beni confiscati alla criminalità mafiosa. Il tutto sintetizzabile in una frase: “Omnia Vincit Amor”. L’amore vince sopra ogni cosa.
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