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Mala gestione del carcere di Catanzaro, il Riesame scarcera l'ex direttrice e l'ex comandante della Polizia penitenziaria

Sono state scarcerate l’ex direttrice del carcere di Siano Angela Paravati e l’ex comandante del reparto di Polizia Penitenziaria Simona Poli che erano finite in carcere nell’ambito dell’inchiesta sui presunti illeciti nella gestione del penitenziario del capoluogo calabrese. Per entrambe i giudici del Riesame ha sostituito la custodia in carcere con una misura interdittiva dell'attività lavorativa per 12 mesi. Lascia il carcere di Roma Rebibbia Angela Paravati (difesa dagli avvocati Salvatore Staiano e Francesco Iacopino) mentre Simona Poli (difesa dall'avvocato Francesco Iacopino) lascia i domiciliari.

L’indagine è scattata il 15 febbraio scorso e coinvolge complessivamente, 76 persone. Ventiseisono stati gli arresti: 16 in carcere e 10 ai domiciliari. Di «quadro inquietante» ha parlato il procuratore della Repubblica facente funzioni, Vincenzo Capomolla. L’inchiesta ha portato alla scoperta che nel carcere si erano costituiti due gruppi criminali dediti al traffico di droga e allo smercio di sim card e telefonini.

All’ex direttrice vengono contestati vari reati, che vanno dal concorso esterno in associazione per delinquere e dal falso alla falsità ideologica e alla corruzione. Quest’ultimo reato deriva dal fatto che la Paravati avrebbe agevolato il trasferimento di un’assistente capo del corpo di polizia penitenziaria al Tribunale di sorveglianza di Catanzaro. In cambio Paravati avrebbe ottenuto un soggiorno per sé e la sua famiglia in un albergo di Pizzo. Secondo l’accusa avrebbe «venduto il proprio ruolo per dare all’esterno l’immagine di sé come direttrice di un carcere modello costruendo su questa falsa rappresentazione la propria carriera, tanto da approdare al provveditorato dell'Amministrazione Penitenziaria della Calabria».
Per dodici anni ha guidato il carcere Ugo Caridi di Catanzaro diventato un “modello” di integrazione tra la popolazione carceraria e il mondo esterno: laboratori, scuola, università. Il penitenziario calabrese non aveva fatto registrare tensioni e rivolte, neanche durante le proteste del periodo Covid, Catanzaro era rimasta un’isola felice. Per la Dda del capoluogo calabrese però quella pace dietro le sbarre sarebbe stata il frutto di favori e concessioni che l’ex direttrice Angela Paravati avrebbe fatto ai detenuti andando ben oltre quanto previsto dalle norme.

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