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Catanzaro, l'inchiesta Exodus divisa in tre filoni: le prime decisioni

Il software spia ideato in città. Procedimenti in corso a Napoli, a Roma e a Benevento

Passa attraverso le Procure e i Tribunali di Roma, Napoli e Benevento il futuro giudiziario della E-Surv, la società catanzarese che ha creato il software “Exodus”. Un “captatore” informatico che, secondo l’accusa, avrebbe raccolto circa 80 Terabyte di dati riferibili ad attività investigative e di intercettazione informatica di numerose procure italiane illecitamente trasferiti sui cloud di Amazon, negli Stati Uniti. Il caso era esploso nell’aprile del 2019 quando la società venne messa sotto sequestro. A distanza di quasi cinque anni sono in corso ben tre procedimenti giudiziari. Un primo filone è a Benevento, è qui infatti che un ufficiale della Finanza si accorse di alcune anomalie nel sistema che utilizzava il software Exodus. Nella città campana è in corso l’udienza preliminare a carico di Davide Matarese, esperto informatico dipendente della "E-Surv" e incaricato per la creazione di nuovi "trojan-virus", e per le tecniche di "infezione" dei dispositivi telefonici e informatici. A Roma invece la Procura ha scelto di agire con la citazione diretta anche nei confronti di Diego Fasano amministratore di fatto della E-Surv. C’è infine il filone principale quello che si sta svolgendo a Napoli. Qui dopo la fase dell’incidente probatorio si è entrati nella fase dell’udienza preliminare per i vertici e gli esperti della ditta catanzarese. È stata invece già archiviata la posizione di Giuseppe Console direttore amministrativo e commerciale della E-Surv.

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