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Crotone, processo Acquamala: 8 condanne diventano definitive

Spaccio di droga, la Cassazione ha rigettato i ricorsi degli imputati del dibattimento di rito ordinario

È stata scritta la parola fine sul processo scaturito dall'inchiesta "Acquamala" coordinata dalla Direzione distrettuale antimafia di Catanzaro. La Cassazione ha rigettato i ricorsi presentati dagli otto imputati che il 23 novembre 2022 erano stati condannati dalla Corte d'appello di Catanzaro al termine del giudizio che s'era svolto col rito ordinario. Invece, lo scorso dicembre, la Suprema Corte aveva reso definitive ulteriori sette pene concordate tra accusa e difesa sempre nell’ambito del dibattimento di secondo grado di rito ordinario. L'operazione "Acquamala", scattata il 23 ottobre 2019 con 18 misure cautelari eseguite dai carabinieri della Compagnia di Crotone, fece luce sull’esistenza di un'organizzazione criminale «radicata» in via Acquabona (da qui il nome parafrasato e col significato opposto dato al blitz) che faceva capo alla famiglia Manetta, dedita alla vendita di cocaina, eroina e marijuana nel quartiere rom.
Al vertice dell'associazione c'era Cosimo Manetta (per lui 20 anni di carcere irrevocabili nel troncone processuale di rito abbreviato) che – durante gli anni 2015-2016 - fu capace di reperire la droga a Catanzaro dai “fratelli di sangue” rom ma anche nella provincia di Reggio Calabria, al fine di metterla sul mercato nella grande piazza di spaccio di via Acquabona.
Tant'è che in 24 mesi di attività investigativa, i militari dell’Arma riuscirono a documentare numerosi episodi di cessione di sostanze stupefacenti che vennero portati avanti pure col supporto di baby spacciatori. Inoltre, ruoli specifici nel gruppo venivano ricoperti dai componenti del nucleo familiare dei Manetta. Nello specifico, Cosimo Manetta si occupava della «gestione delle risorse materiali e personali» e della «raccolta dei proventi» derivanti dalla «vendita» della droga, oltre che della «distribuzione dei profitti» illeciti tra gli appartenenti alla gang.

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