Nella grande area industriale di Lamezia Terme c’è uno scrigno iper-tecnologico rimasto tale solo sulla carta. Si tratta dei laboratori della Fondazione Terina, realtà nata con l’ambizioso obiettivo di dotare la Calabria di un centro avanzato nel settore della ricerca agro-alimentare. A diversi lustri dal taglio del nastro, la missione può dirsi non riuscita. E d’altronde se un decennio (siamo al 2015) fa si gridava allo scandalo, vuol dire che più di qualcosa non è andato per il verso giusto. L’investimento era stato ingente: 15 milioni di euro nel progetto (Food@Life). Fondi del Miur (all’epoca il Ministero ancora si chiamava così) che avrebbero potuto permettere a Terina di diventare un centro d’eccellenza. Un’occasione persa, insomma. Tanto da “allarmare” i vertici del Ministero che hanno chiesto lumi su quanto sta avvenendo nella struttura situata al centro della Calabria. Terina, partecipata al 100% dalla Regione Calabria e controllata dal dipartimento Agricoltura, sta lasciando invecchiare una tecnologia costata milioni di euro. Strumentazione all’avanguardia (tra cui una risonanza magnetica di ultima generazione per analisi in campo agroalimentare), che avrebbe potuto fornire un valido supporto per i controlli sulla sicurezza dei prodotti per la tavola.
Leggi l'articolo completo sull'edizione cartacea di Gazzetta del Sud - Calabria
Caricamento commenti
Commenta la notizia