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Calabria, la crescita è ancora fragile: il Pnrr resta un sostegno necessario

Pnrr, Zes unica, politiche monetarie e inflazione, autonomia differenziata, temi nazionali e sovranazionali con i quali la Calabria sta facendo o dovrà fare i conti nel futuro ormai prossimo. Ognuno di questi elementi può avere in nuce aspetti potenzialmente positivi o negativi per lo stato di salute della regione, del suo tessuto infrastrutturale, economico-produttivo e sociale. Ecco perché tutte le analisi più recenti da parte di istituti, enti e associazioni provano a fare lo slalom tra quei numeri che indicano le criticità, le possibili strade per risolverle ma anche i rischi dietro l’angolo.
Istat e Svimez stanno fornendo quei dati aggiornati e previsioni necessari per provare a programmare il futuro in maniera consapevole. Partendo anche da quella grande esperienza rappresentata dal primo ventennio appena concluso del secondo millennio, durante il quale si sono avute l’introduzione dell’Euro, pesantissime crisi economiche, politiche monetarie da ottovolante e massicci investimenti in programmi di rilancio.
 Dal 2023 al 2025 per la Calabria si prevede una crescita del Pil che quest’anno dovrebbe attestarsi sullo 0,14% (contro lo 0,23% dell’anno scorso) mentre nel 2025 è previsto un incremento dello 0,40%. A dare il maggior contributo sono le spese della pubblica amministrazione e le spese delle famiglie, mentre minore appare l’impatto dell’export e degli investimenti. È la stessa Svimez a sottolineare tale aspetto: «In questi territori, al di fuori del contributo offerto dalla spesa delle famiglie, le altre componenti della domanda non paiono essere in grado di incidere in maniera apprezzabile».

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