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Catanzaro, “no” all’esproprio di Parco Romani

L’amministrazione comunale non ha la forza finanziaria per tale procedura. Si lavora per potenziare l’area circostante

Parco Romani al centro di un esproprio da parte del Comune? La proposta lanciata nei giorni scorsi dall’ex presidente dell’Ordine provinciale degli architetti, Giuseppe Macrì, è stata accolta con una certa perplessità da Palazzo De Nobili. L’amministrazione Fiorita ha idee diverse, anche se al momento si sta muovendo con riserbo. L’ipotesi che il Comune possa procedere all’esproprio per fini di pubblica utilità - Macrì suggeriva di utilizzarlo poi come sede del comando della Guardia di Finanza e del Tar, ipotesi quest’ultima bocciata dal presidente della Camera amministrativa distrettuale, l’avvocato Alfredo Gualtieri - viene indicata come «impraticabile» per via della situazione finanziaria dell’ente, non in possesso di somme tali da poter acquisire al patrimonio pubblico un mega immobile come Parco Romani, ormai in condizioni pessime tanto da essere paragonato a un «rustico» da parte di una fonte interna al Comune. «È in condizioni pietose – evidenzia – se si dovesse valutare come immobile grezzo avrebbe un valore massimo di 400 euro al mq e bisognerebbe probabilmente anche demolirne alcune parti per rifarle poi interamente ex novo».
A monte viene evidenziato il fatto che, intanto, si debba tenere conto della situazione che ha portato al quadro attuale di quello che sarebbe dovuto diventare un parco direzionale e commerciale in una zona, il quartiere Sala, strategica per il sistema della mobilità cittadina. Proprio su questo aspetto l’amministrazione sta muovendosi, parallelamente a diversi incontri che il sindaco Nicola Fiorita ha comunque avuto nel corso di questi mesi al fine di individuare un soggetto dalle “spalle larghe” (probabilmente istituzionale) in grado di mettere in campo un progetto, e le relative risorse, per il recupero e utilizzo dell’edificio.

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